Le dodici fontane pubbliche del centro abitato sono state poste (anni Venti dello scorso secolo) in luoghi scelti con buon senso e intelligenza: otto seguono l’andamento del crinale, il Corso Umberto I, da Piazza Santa Barbara al Bastione; due sono state collocate nel Mancùsu e altrettante al Destru. Trent’anni dopo n’è stata posta un’altra al Chjanu de’ carra.

Tra le tredici fontane, oggi molto poco utilizzate perché l’acqua entra in ogni casa, il nome più ricorrente è quello della fontana ’e Sena, che si trova nella Jusutèrra, in un piccolo slargo della parte iniziale di Via Piliero, nei pressi do Chianu ’e ndon Stèfanu. È detta “di Siena” perché poco più in là da Via Piliero ha inizio la strada Via Siena.

La notorietà di tale fontana è dovuta all’esistenza, a circa cento metri di distanza, di una grossa pietra dalla quale si vede la fontana, e sulla quale spesso sostavano, avvicendandosi, giovani spasimanti per ammirare da lontano la propria fidanzata, o sperata tale, che alla fontana aspettava il suo turno con il barile per attingere l’acqua.

A quella pietra, che è ancora lì, venne dato il nome di “Petra d’annammuràtu”: oggi è indicata con una targa ad opera dell’artista badolatese Gianni Verdiglione.

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